MARTEDÌ, 04 OTTOBRE 2011
AZZURRI: Prandelli chiama Balotelli
«Potrebbe partire titolare. Finalmente è più sereno - Cannavaro e Campagnaro stanno facendo bene ma i movimenti della difesa a quattro sono molto diversi»
MARTEDÌ, 04 OTTOBRE 2011
FIRENZE. L’Italia di Cesare Prandelli è fatta, verrebbe da dire che manca solo qualche italiano. In tempi di appelli all’unitá, la tenacia e il realismo con i quali il commissario tecnico azzurro prosegue sulla sua strada sono apprezzabili, tanto quanto i risultati. «Venerdì a Belgrado contro la Serbia sará come la prima di un Europeo: per questo ho deciso di non cambiare molto, e di dare continuitá al mio progetto», ha spiegato al primo giorno di ritiro. Certo, per il futuro c’è un’apertura a Osvaldo, un occhio di riguardo a centrocampisti di fascia come Schelotto, Cerci e Pepe, e l’eventualitá di un cambio di abito. Per ora, ci sonosolo i ritorni di Barzagli e Cigarini, in ruoli identici agli assenti di turno. Nella sfida alla Serbia che ricorda la notte terribile di Ivan («ma nessuna paura: sará un test per ambiente e forza dell’avversario, e nient’altro», sottolinea il ct) si va sul sicuro. E l’oggi dice che il jolly, l’unico a poter sconvolgere i piani, è Mario Balotelli. «Sarei felice se mi mettesse in difficoltá, lui come tutti: ma non voglio mettergli troppe pressioni, se ne cerca giá tante da solo - le parole di Prandelli - Lo vedo più sereno. Diciamo che è in un momento di passaggio, e non vado oltre». Lo spazio alCity, i gol, l’assenza di balotellate: basterá a farne una certezza più che una promessa? «Lui con Cassano? E’ una possibilitá, vedremo. Certo, il primo gol di Mario in nazionale farebbe bene a lui, ma anche a noi...». Eccola, allora, la carta a sorpresa di un ct costretto a farei conti con tempi troppo stretti per sperimentare. Un impedimento che lo ha giá costretto a rinunciare al progetto iniziale del tridente e alla sua abitudine al centravanti di peso; e ora gli impedisce di provare una difesa a tre, anche solo con il nuovo De Rossi in supporto della coppia centrale. «Cannavaro e Campagnaro stanno facendo molto bene col Napoli,ma la difesa a 3 ha altri movimenti: io ho trovato le mie certezze, e ho poco tempo per moduli alternativi, né posso chiedere a Mazzarri di cambiare per me. Semmai, vedremo qualcosa di nuovo a centrocampo. Quanto a De Rossi, ora Luis Enrique ha bisogno di rigiditá per inculcare il suo calcio, ma è uno da7-8 gol a stagione, vedrete che presto tornerá più avanti...». Le novitá del campionato, quelle in grado di rimettere in discussione gli assetti azzurri, sono altre. La voglia di «creare gioco di tante squadre». Un Marchisio sul punto di ’’scollinare’’ e diventare un grande - ma sempre nel centrocampo a quattro finora disegnato -, un Giovinco che si candida a essere ’’l’italiano più interessante dell’anno’’. Piccoli aggiustamenti alla formula potrebbero venire dalla stagione di Schelotto, Cerci e Pepe, «gli esterni che ci mancano: ma non bastano due o tre partite. Proverò qualcosa nelle amichevoli, poi a giugno vedrò se posso contare su moduli alternativi». Infine, Osvaldo. «L’ho avuto da giovane alla Fiorentina: è l’attaccante moderno, utile anche in fase di non possesso».
fonte lacittà
MARTEDÌ, 04 OTTOBRE 2011
